Manifesto dell’Associazione

edipo e la sfinge 2

La psicoanalisi, pur avendo superato 100 anni dalla geniale fondazione di Sigmund Freud, non ha ancora realizzato appieno la sua funzione sociale e culturale di rilevanza antropologica e rivoluzionaria per la costruzione di una Civiltà da molti auspicata come secondo Rinascimento.
Non vi è alcun dubbio sul fatto che la dinamica dell’inconscio e la dialettica continua tra inconscio e coscienza costituiscono il fondamento del carattere di ciascuna personalità e della collettività nella sua complessità.

Si pone qui la questione di che tipo di Umanità e quale implicazione nel destino della Civiltà conseguirebbero all’assunzione e alla comprensione profonda e socialmente diffusa dell’inconscio e della inscindibile dialettica Conscio/Inconscio nella evoluzione della Società.
Generalmente si pensa che l’evoluzione della civiltà sia il semplice derivato di fattori esterni rispetto ai singoli individui (economia, giustizia, politica, lavoro ecc.); se consideriamo la rilevanza del concetto di inconscio (sia nella dimensione individuale che collettiva) ci accorgiamo che l’evoluzione dell’Umanità è il risultato di un processo lento, faticoso e profondamente interiore di una progressiva acquisizione di consapevolezza e assunzione di responsabilità della vita psichica. In tal senso la storia della evoluzione delle credenze laiche e religiose è un’ottima testimonianza della lunga marcia verso la conquista da parte della Coscienza degli sconfinati territori del mondo interno, Inconscio.

E’ altresì vero che una Società segnata da gravi carenze, ingiustizie, maltrattamenti e vessazioni degli umani verso i propri simili e verso l’ambiente di vita, perverte la struttura stessa del rapporto Conscio/Inconscio, predisponendola a vivere come traumatizzante il confronto con la vita.
In sostanza esiste un rapporto di reciprocità tra realtà psichica e realtà concreta della vita quotidiana socialmente organizzata.

E’ vero che la psicoanalisi ha influenzato molti aspetti della vita contemporanea attraverso l’arte, la cinematografia, la letteratura, il modo di concepire la cura del disagio psichico, la formazione di una buona parte degli operatori della salute mentale e dell’assistenza sociale; tuttavia, è pur vero che la psicoanalisi e le diverse psicologie psicodinamiche che derivano da essa non sono riuscite ancora ad incidere profondamente nella Società complessiva.
Varie sono le ragioni di tale ragionevole pessimismo freudiano (L’avvenire di un’illusione del 1927, il disagio della civiltà del 1929, Perché la guerra?, epistolario con Einstein del 1932).
Ne esaminiamo alcune senza pretese di esaustività:

L’INCONSCIO FA PAURA.
L’inconscio evoca il senso dell’ignoto, dell’estraneità, della non padronanza di sé e, sostanzialmente, della pazzia.
E’ infatti inquietante sentire che il proprio Io “non è padrone in casa propria”, ma è influenzato, talvolta travolto, da una forza oscura e misteriosa che appare incomprensibile alla coscienza.
Da Freud ad oggi, grazie al contributo di autori come Melanie Klein, Bion, Winnicott, Lacan, Matte-Blanco e alle conoscenze delle moderne neuroscienze, è diventato sempre più evidente che la difficoltà della relazione Conscio-Inconscio risiede in una “antinomia costitutiva dell’uomo” legata alla sua struttura radicalmente bi-logica (cfr. Matte Blanco), la logica del sentire e la logica del pensare, la logica delle sensazioni somatiche e delle emozioni e la logica del sentimento, del ragionamento e del giudizio critico ecc.
Da ciò deriva che il destino di “normalità e follia” dipenderà dall’equilibrio dinamico di tali forze in campo.
Educare la Coscienza ad aprirsi all’Inconscio è, quindi, un’impresa di allargamento e approfondimento del campo della consapevolezza, cioè di progresso della Civiltà.

DIFFICOLTA’ DELLA DIVULGAZIONE DELLA CULTURA DELL’INCONSCIO E DELLA SUA RELAZIONE CON LA COSCIENZA.
Fatta eccezione di rari casi e in contesti ristretti (qualche trasmissione radio, qualche intervento su giornali, quotidiani e periodici, cineforum ecc.) è difficile che psicoanalisti ben qualificati svolgano attività di divulgazione del sapere psicoanalitico.
Alcuni, sedicenti psicoanalisti, amano esternare i loro saperi in vari contesti mediatici e quasi sempre con modalità autoreferenziali o di propaganda dei loro gruppi di appartenenza. In verità è molto difficile fare una divulgazione di concetti così complessi come inconscio e sua relazione con la coscienza (ad esempio, la bi-logica di Matte Blanco) senza scadere nel libresco o in discorsi che difficilmente raggiungono i non “addetti ai lavori”.
E’ necessario che psicoanalisti ben qualificati e dotati di capacità divulgative escano dai loro studi e, intervenendo in contesti diversi (scuole, aziende, ecc.) aiutino anche le persone meno colte a comprendere il valore fondamentale del sapere psicoanalitico fondato sulla scoperta dell’inconscio e dei suoi modi di manifestarsi nel reale della vita concreta quotidiana, talora arricchendo la coscienza di ispirazioni creative, talaltra sommergendola e trascinandola in dimensioni oniriche che agli occhi della coscienza appaiono come forme di follia.

LE ISTITUZIONI E SCUOLE PSICOANALITICHE, attente e rigorose custodi del sapere psicoanalitico e della sua trasmissione attraverso la formazione dei futuri psicoanalisti, hanno una parte di responsabilità nella mancata socializzazione della psicoanalisi. Forse, l’eccessiva (qualche volta l’unica) preoccupazione per la formazione dei nuovi addetti ai lavori ha gravemente ridotto la componente movimentista e rivoluzionaria del sapere psicoanalitico, conformandola così ai modelli di funzionamento delle comuni istituzioni laiche e religiose (Chiesa, Accademia, Azienda di Cura ecc.).

LA SISTEMATICA DENIGRAZIONE DELLA PSICOANALISI, sia in quanto scienza non dimostrabile secondo i canoni condivisi nella cosiddetta comunità scientifica (misurabilità, attendibilità statistica, replicabilità delle sperimentazioni ecc.), sia come pratica terapeutica, soprattutto dopo l’esplosione della moderna psicofarmacologia e delle dottrine cognitivo-comportamentali.
I principali attacchi:
• Non è scientifica
• E’ una pratica terapeutica lunga, costosa e solo per ricchi e per persone di cultura superiore
• Crea dipendenza nei confronti dello psicoanalista
• L’impianto teorico e metodologico su cui si basa non ha alcun fondamento ecc.,ecc.
• Può far male perché svela i conflitti interni
E’ chiaro che la maggior parte di questi moti denigratori sono nati dalla contrapposizione tra psicoanalisi e psicofarmacologia, psicoanalisi e psichiatria (soprattutto quella ad indirizzo medico biologico), psicoanalisi e altre dottrine psicologiche (comportamentismo in particolare e, per molti aspetti, il cognitivismo.
Il fatto è che l’inconscio, comunque denegato, disconosciuto, misconosciuto, agisce (ci agisce!) riversandosi sulla (o al posto di) coscienza sotto forma di sintomi.
Ed è a tutti evidente oggi come la società contemporanea sia caratterizzata da epidemie di nuovi sintomi (tossicodipendenze di vario genere, disturbi dell’alimentazione, discontrollo degli impulsi, maltrattamenti diffusi e di vario tipo del corpo, gravi conflittualità nei rapporti interpersonali, maltrattamento dei bambini fino all’infanticidio, difficoltà o incapacità di amare etc. etc.) che configurano una società “borderline”, che il sociologo Zygmunt Bauman ha descritto come “società liquida”
.
In sostanza, la coscienza non equipaggiata da una adeguata funzione simbolica vivrà l’emergere dell’inconscio nel reale come un trauma incomprensibile, una catastrofe.

SFATIAMO I SOLITI LUOGHI COMUNI.
Le conoscenze attuali, sia nel campo della ricerca clinica che in quello delle neuroscienze e delle scienze sociali, permettono di restituire alla psicoanalisi in quanto teoria della personalità e metodo di trattamento della relazione Conscio/Inconscio una rilevanza di primo piano.
Alcuni modelli psicoanalitici hanno trovato forti somiglianze e conferme da parte di modelli neuroscientifici (ad esempio gli esperimenti di Eric Richard Kandell, i lavori di Gerald Edelman, gli studi sui neuroni specchio dei nostri neuroscienziati di Parma Giacomo Rizzolatti, Vittorio Gallese, Leonardo Fogassi) sostenendone, per “ragionevole inferenza” il fondamento scientifico.
Ricercatori come Luborsky hanno fornito prove scientificamente valide sul transfert, mentre numerose ricerche hanno convalidato l’efficacia della psicoanalisi e delle psicoterapie psicoanalitiche nel trattamento dei disturbi psichici.
Alcune ricerche sulla soddisfazione dell’utente hanno convalidato le terapie più lunghe come le più efficaci e stabili nel tempo.
La cosiddetta dipendenza del paziente dall’analista si rivela una favoletta metropolitana che nasce dalla confusione concettuale tra dipendenza-sottomissione-plagio, tipica delle relazioni perverse e inter-dipendenza come legame cooperativo e reciproco, tipica delle relazioni leali, sincere, creative nelle quali il prodotto della relazione è il risultato della cooperazione dei partecipanti (un vero, sincero e leale psicoanalista non potrebbe far nulla senza la cooperazione sincera, leale di un vero paziente).
E’ esperienza comune tra gli psicoanalisti fin dai tempi di Freud tenere in cura qualche paziente a “costo politico” o gratuitamente per un tempo significativamente lungo; ed è ormai una prassi di piccoli gruppi di terapeuti assumere in cura pazienti “non ricchi” e non particolarmente colti senza contare la larga diffusione del metodo di analisi di gruppo.

SCOPI E OBIETTIVI DELL’ASSOCIAZIONE “CENTRO STUDI INCONSCIO & CIVILTA’”.
Date le premesse, sono facilmente intuibili gli scopi e gli obiettivi che ci proponiamo di realizzare tramite l’organizzazione associativa:
A livello culturale generale:
• Divulgare le conoscenze della dialettica Conscio/Inconscio in tutti i contesti ove sia possibile e con il contributo di tutte le discipline attinenti (neuroscienze,filosofia, letteratura, arte, economia, politica, ecc.ecc.).
• Pubblicazione, sia in forma cartacea che tramite uno specifico nostro sito web, di lavori, dibattiti, conferenze, giornate di studio ecc.
• Partecipare attivamente al processo di emancipazione della persona rispetto a tutte quelle condizioni di assoggettamento da parte della “minoranza dominante”.
A livello teorico-pratico:
• Favorire con ogni mezzo lo sviluppo della comprensione della psico(pato)logia basata sulla dialettica della bi-logica “conscio-inconscio”.
• Aiutare studenti e specializzandi a redigere tesi su tali argomenti.
• Sviluppare l’approccio alla realtà dell’inconscio anche attraverso la mediazione dell’espressione artistica in tutte le sue forme.
A livello operativo della pratica clinica:
Offerta di servizi di:
1. 1. Visite psichiatriche e psicologico-cliniche
2. 2. Consulenza su “casi complessi, difficili e gravi”
3. 3. Psicoterapia analitica individuale e di gruppo
4. 4. Psicoanalisi
5. 5. Terapie analiticamente orientate della coppia e della famiglia
6. 6. Pratica della psicofarmaco-psicoterapia
7. 7. Attività di supervisione di trattamenti integrati e di equipe curante
8. 8. Consulenze anche online per persone che le richiedono mediante registrazione
Obiettivi organizzativi:
1. 1. Creazione di una rete di professionisti disposti a dedicare una parte del proprio tempo a pazienti bisognosi di cure, che necessitano di tariffe sostenibili.
2. 2. Creazione di convenzioni con la Sanità Regionale, le ASL e le Aziende Ospedaliere per realizzare l’esternalizzazione della psicoterapia secondo il modello tedesco
3. 3. Creazione di un data-base online limitato ai clinici registrati e autorizzati con casistiche cliniche registrate supervisionate e discusse, nel rispetto delle norme vigenti relative alla privacy.