Psicoanalisi

L’esperienza della psicanalisi si qualifica, a partire dai suoi fondatori, come un’opera di civiltà. Il suo senso è quello di portare un soggetto dal piano della sensibilità a quello della spiritualità. Così Freud precisa l’opera dell’esperienza psicanalitica nel libro più importante della sua maturità, L’uomo Mosè e la religione monoteistica dove, al capitolo «Il progresso della spiritualità», che essendo l’ultimo intervento di Freud a un congresso di psicanalisi possiamo a ragione considerare come il suo testamento alla comunità psicanalitica, afferma che il percorso è «il trionfo della spiritualità sulla sensibilità», intendendo per sensibilità tutto ciò che cade nel dominio dei sensi. A partire da Giambattista Vico possiamo intendere che il piano della sensibilità, che necessariamente ci riguarda tutti, non è che il piano di partenza, quello a cui, per una autentica nostra presenza nel mondo, non possiamo né dobbiamo fermarci. Fermarsi al piano sensibile significa restare prigionieri della propria quotidianità, del proprio malessere del vivere, ovvero prigionieri dei propri sintomi. Ma se il piano della sensibilità è il punto di partenza per un percorso verso la spiritualità, e cioè verso un ordine superiore in cui si riconosce, a partire dalla psicanalisi, il lavoro dell’inconscio, allora è possibile trovare quell’ambito esistenziale proprio, particolare e singolare, in cui è possibile costruire un piano dell’esistenza in cui la propria libertà di espressione apre possibilità inedite, concrete e materiali intorno alla propria capacità di amare e di lavorare. Insomma elaborare le proprie possibilità di felicità.

Intorno a questo «percorso» lo psicanalista Christopher Bollas, nel testo Free Association del 2002, ha trovato una definizione felice. Scrive che, in un certo senso «tutto ciò che fece Freud fu prender nota di come, quando noi pensiamo senza concentrarci su nulla in particolare, muovendo da un’idea alla successiva in un’infinita catena di associazioni, creiamo linee di pensiero che si estendono in molte direzioni differenti e che rivelano diversi interessi inconsci … Il metodo della libera associazione fu designato per rivelare un “percorso del pensiero”. E proprio parlando liberamente, ogni persona rivela una logica di pensiero – un’Altra linea di pensiero – legata a una qualche logica nascosta che connette idee apparentemente sconnesse … L’idea di Lacan che l’inconscio funzioni come il vero Altro è più evidente che mai nel pensiero generato dalla libera associazione. L’enfasi rigorosa posta sulla parola dell’analizzante nella seduta è uno dei più importanti contributi alla psicoanalisi».

Dunque possiamo intendere l’esperienza di formazione della psicanalisi come ciò che consente un accesso al mondo del pensiero che riconosce un’Altra logica, la logica fluttuante dell’inconscio, accanto a quella ipotetico deduttiva che occupa la ragione nella quotidianità.

Essenzialmente, quindi, una esperienza psicanalitica è una formazione personale nel percorso di ricerca della propria felicità e, insieme, un’educazione all’etica senza la quale non è possibile nessuna ricerca e solo si resta prigionieri di quel godimento che, per quanto misero e spesso doloroso, i sintomi sono in grado di garantire. Attraverso l’esperienza della psicanalisi si tratta di un altro approccio che, nell’abbandonare la fissità al proprio sintomo, introduce un’altra modalità di relazione con il mondo e con gli oggetti del mondo.